Personaggi Illustri

Ultima modifica 15 aprile 2021

SIMONE PALMIERI
Fu un rinomato orefice e argentiere. Nato a Monte Giberto nel 1639, morì a Roma in data imprecisata, ma probabilmente poco dopo il 1714. Effettuò l’apprendistato presso Antonio Moretti De amicis e Baldiuno Blavier, due valorosi artisti attivi a Roma. Nel 1666 all’età di 27 anni, conseguì la patente di maestro. Tenne bottega a Roma all’insegna della “Madonna di Loreto”, che campeggiava dall’albo della porta d’ingresso. Lavorò per il “Sacro Palazzo Apostolico” e dal 1707 al 1714 ebbe l’ambita qualifica di Argentiere di Palazzo. Il suo marchio conteneva l’effige di una Croce di malta.

GILBERTO TODINI
Fu un fecondo pittore del secolo XVIII, da identificarsi con Giberti da Monte Giberto a cui dedica alcune righe Amico Ricci. Nacque nel 1701 e fu incredibilmente attivo fino alla tardissima età la data della sua morte si ignora ma dovrebbe essere avvenuta poco dopo il 1798 o in quello stesso anno. Fu discepolo del pittore veneto Francesco Trevisani, attivo a Roma dove lasciò tele celebrate ai suoi tempi come la Morte di San Giuseppe e le Stimmate di San Francesco. Sono opere attribuibili al Todini la pala della chiesa di San Giuliano a Fermo, quattro pale d’altare, a olio su tela eseguite per le cappelle della chiesa di S. Agostino a Fermo, raffiguranti: la Madonna col Bambino con quattro santi e cherubini, il Crocefisso con la Vergine, La Maddalena, S. Sebastiano e un vescovo inginocchiato, Rita da Cascia ed alcuni Santi in atto di adorare Gesù, tre Santi Agostiniani in atto orante davanti a Cristo e alla Vergine. Altre opere certe del Todini sono anche tre quadri a guazzo eseguiti nella volta della chiesa delle benedettine di Offida nel 1737, raffiguranti la Resurrezione la Pentecoste e l’Assunzione con gli apostoli che raccolgono i bianchi lini dentro il sepolcro e la Vergine, in alto, tra gli angeli. Dello stesso pittore sono anche i gruppi di angeli dipinti nella lunetta della volta. Ugualmente opera del Todini è una tela che rappresenta i Santi Fedele da Sigmaringen e Giuseppe da Leonessa, custodita nella prima cappella laterale della chiesa dei cappuccini di Potenza Picena. Nello stesso luogo esistono altri quattro quadri a lui attribuiti su base di carattere stilistico: una pala di altare raffigurante la Madonna con i Santi Felice da Cantalice e Filippo Neri, una Annunciazione, in due tele distinte, e il ritratto di Padre Michelangelo Bosdari, generale dell’ordine cappuccino. Del Todini sono anche sei tele esistenti nella chiesa di S. Maria delle Grazie in Montone di Fermo, eseguite intorno al 1750 e raffiguranti alcuni fondatori di ordini religiosi (S. Basilio, S. Silvestro, S. Pietro Celestino, S. Romualdo, S. Gaetano Tiene, e i Santi Toribio Malgravio, Filippo Benizi e Giovanni della Croce. E’ sua anche una tela esistente nella chiesa di San Domenico a Teramo, raffigurante la battaglia contro gli Albigesi, firmata e datata 1757. A Fermo nella chiesa dell’Angelo Custode, è conservato un S. Vincenzo Martire ascritto al Todini dalla tradizione locale. Così pure gli viene attribuita dalla tradizione letteraria manoscritta la pala raffigurante il Crocifisso esposto nel Santuario della Madonna del Pianto sempre a Fermo. Al suo pennello si deve pure la Decollazione di S. Giovanni Battista custodita nella chiesa della Pietà nella stessa città. A Monterubbiano nella collegiata di S. Maria del Letterati è conservata una tela raffigurante la Madonna di Loreto e i Santi Stefano e Vincenzo uscita dalla mano del Todini e datata 1770. Gli viene assegnata un’altra Madonna di Loreto con le Sante Rita da Cascia e Chiara di Montefalco, custodita nella chiesa di S. Agostino a Montelparo. All’artista montegibertese si deve infine, il Ritratto di Don Ciabattoni, eseguito nel 1798 all’età di 97 anni.

FRANCESCO COLVANNI
Uomo politico e letterato. Nacque a Monte Giberto il 10 dicembre 1806 da Gaetano e da Teresa Casellini. Compì i suoi studi a Fermo, dove si trasferì stabilmente. Scrisse poesie e iscrizioni molto apprezzate ai suoi tempi per nobiltà di sentire e di forma, secondo i canoni del neoclassicismo. A lui si deve l’iscrizione a Vittorio Emanuele II , in ricordo del suo passaggio a Porto San Giorgio. Scrisse i discorsi pronunciati in Parlamento relativi al problema della soppressione della provincia di Fermo. Ricoprì con grande dignità pubblici uffici e nel 1860 rifiutò la nomina di sindaco di Fermo. Morì il 20 febbraio 1873.

LUIGI CAPOTOSTI
Ecclesiastico illustre, originario di Moresco, ma nato a Monte Giberto il 23 febbraio 1863. Una lapide posta accanto al fonte battesimale di San Nicolò ricorda la data del suo battesimo. Entrato in seminario a Fermo, percorre brillantemente la carriera ecclesiastica, tanto che il 21 giugno 1926 Pio XI lo creava cardinale col titolo di S. Pietro in Vincoli. Fu pro-datario di Sua Santità, membro di numerose congregazioni e protettore di vari istituti religiosi. Nel 1930 fu inviato da Pio XI a presiedere, quale legato pontificio, le celebrazioni del Congresso Eucaristico Nazionale, svoltosi a Loreto. Morì a Roma il 10 febbraio 1938.

DON NICOLA ARPILI
Nato a Monte Giberto ne 1836, vi morì nel 1901. Diventato sacerdote, fu rettore del santuario della Madonna delle Grazie per molti anni. Grazie alla sua munificenza, fu acquistata nel 1870 la campana grande del santuario. Liberato miracolosamente dalle mani dei ladri si adoperò per il rinnovo del porticato della stessa chiesa nel 1873 e con gesto generoso, donò nel 1899 le corone d’oro per il simulacro della Vergine delle Grazie. A sue spese fece erigere l’appartamento del rettore del santuario. Soprattutto resta nella memoria di tutti per la sua generosità verso i poveri, ai quali distribuiva anche vivande, regolarmente, in alcuni giorni. Quale espressione di questa sua munificenza resta l’Ospedale di Monte Giberto, da lui fondato e dotato di beni con lasciti testamentari. Ora l’ospedale è stato trasformato in confortevole Casa di Riposo e perpetua il suo ricordo tra i montegibertesi che gli hanno eretto un busto.

PADRE LUIGI BRACCIOTTI
Nacque a Monte Giberto il 10 giugno 1884 e al fonte battesimale ebbe il nome di Antonio. Entrato tra i frati conventuali fu ordinato sacerdote nel 1907. Operò con grande zelo a Montalto, Montedinove e Montelupone. Dopo il servizio militare durante la prima guerra mondiale, fu penitenziere a Loreto, distinguendosi come ottimo liturgista. Successivamente i superiori lo inviarono ad Ascoli Piceno dove si rese benemerito con la fondazione dell’ Opera Pia del Sacro Cuore per l’accoglienza degli orfanelli. Morì il 16 giugno 1963.

MASSIMO FAGIOLI
Monte Giberto (Ascoli Piceno) 19 maggio 1931- Roma 13 febbraio 2017.
Medico specializzato a Modena in neuropsichiatria, si è laureato all’università di Roma in Medicina e Chirurgia, studi intrapresi per l’esigenza di comprendere la realtà psichica umana, oggetto di una ricerca iniziata fin dagli anni dell’adolescenza, dopo essere stato, ragazzino, nelle marche al fianco dei partigiani nella guerra di Resistenza e dei padre medico di campo.
Giunge a Venezia, nell’antico manicomio dell’isola di San Clemente, dove ha il primo contatto con i malati cronici, le corsie bianche, l'elettroshock. Nelle vecchie cartelle cliniche della biblioteca scopre che due parole prevalgono nelle descrizioni del malato di mente: ''stolido, anaffettivo".
Dalle pratiche angosciose della psichiatria ottocentesca, che cercava risposte nei vetrini di sezioni dei cervello, Fagioli passa poi all'ospedale psichiatrico di Padova. Qui la prassi di una clinica raffinata e l’approccio dl patologie gravi con metodi per l'epoca, all’avanguardia, oltre che con l’insulinoterapia, sono l’occasione per realizzare le prime esperienze di psichiatria attiva con gruppi di malati, che il giovane medico riesce a portare fuori a passeggio in città, "abbattendo i muri del manicomio.
La ricerca dì Fagioli sulle cause della malattia mentale, agli inizi degli anni ‘60, si sposta sul non cosciente e lo porta in Svizzera, nella clinica Bellevue di Binswanger a Kreuzlingen, dove dirige la comunità terapeutica di lingua italiana, convivendo notte e giorno con i pazienti senza mediazioni.
Soltanto dopo una lunga analisi personale e dieci anni circa da analista con studio medico di terapia individuale, propone nel 1971 agli ambienti scientifici il risultato delle sue esperienze e della sua formazione nel libro Istinto di morte e conoscenza, scritto nel 1970, pubblicato in una nuova edizione da L'asino d'oro nel 2010 e successivamente anche in lingua tedesca, a distanza di quaranta anni, nel 2011, dall’editore Stroemfeld (Todestrieb und Erkenntnis).
Il libro contiene i fondamenti della Teoria della nascita, secondo la quale il pensiero umano inizia alla nascita con la reazione alla luce, attraverso la retina, del corpo dei neonato: scoperte sviluppate poi con La marionetta e il burattino e Teoria della nascita e castrazione umana, dei 1974, editi tra la fine dello stesso anno e il 1975.
Dai 1975 Fagioli ha risposto alla domanda di psicoterapia da parte di centinaia di persone e si sono formati, prima all’Istituto di Psichiatria dell'Università di Roma La Sapienza e poi in un molto ampio studio privato a Trastevere (1980), i seminari di Analisi collettiva, una prassi di cura per la guarigione della malattia mentale, basata sull’interpretazione dei sogni, che prosegue come ricerca sulla realtà umana e la sua evoluzione. II suo quarto volume intervista, Bambino donna e trasformazione dell’uomo, è del 1979.
Fagioli ha continuato nel tempo a svolgere e approfondire i fondamenti teorici del 1970-74 in una serie di altri scritti di psichiatria e attraverso libere espressioni in ambito artistico.
Nel 1997 è regista de Il cielo della luna e poi di Mélange (1999) e di La psichiatria, esiste? (2002).
Fagioli dal 1991 collabora anche con un gruppo di giovani architetti; il catalogo dei progetti, Il coraggio della immagini, viene pubblicato nel 1994, Il palazzetto bianco, sul suo disegno dei 1991, è Realizzato a Roma nel 2004-05. Nel 2008 partecipa all’esposizione mondiale di architettura a Torino “Architektonica”, con progetti inediti realizzati dal 1999 al 2008.
Dai 2006 Fagioli firma la rubrica Trasformazione sul settimanale left.
Alla sua opera teorica e alla sua prassi si riferisce la rivista di psichiatria e psicoterapia “il sogno della farfalla” che nel 2012 ha celebrato venti anni dalla fondazione.
La teoria e la prassi dì Massimo Fagioli hanno inoltre dato vita dal 1997 fino al 2004 agli incontri di ricerca psichiatrica presso l’Aula magna dell’Università “La Sapienza” di Roma, e dal 2002 ad un corso di lezioni affollatissime di psicologia dinamica, presso l'Università degli Studi di Chieti “G. D'Annunzio".
Autore di 23 libri, pubblicati dal 2009 da L'Asino d'oro edizioni, Massimo Fagioli è presente con le sue opere ogni anno ai Salone del Libro di Torino.
Oltre ai volumi fondamentali della Teoria della nascita (Istinto di morte e conoscenza, La marionetta e il burattino, Teoria della nascita e castrazione umana, Bambino donna e trasformazione dell’uomo), gli altri titoli sono: Storia di una ricerca (lezioni 2002), Una vita irrazionale (Lezioni 2006), Das Unbewusste, L’inconoscibile (Lezioni 2003), Fantasia di sparizione (Lezioni 2007), Left 2006, Left 2007, Il pensiero nuovo (Lezioni 2004), Left 2008, L'uomo nei cortile (Lezioni 2005), Left 2009, Settimo anno (Lezioni 2008), Left 2010, Religione, Ragione e Libertà (Lezioni 2009}, Left 2011, L’idea della nascita umana (Lezioni 2010) e Left 2012.

 


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